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Eddy Irianni Dj: 40 anni di musica

By 13/02/2019Luglio 31st, 2019No Comments

Eddy Irianni Dj: 40 anni di musica


Il maratoneta della consolle si racconta in un dialogo intimo: dalle cantine fiorentine a 120 serate consecutive alla NUDisco.


 

In questo mercoledì di Febbraio ci siamo concessi il lusso di andare a “vivisezionare” la storia del mitico Eddy Irianni Dj. Un mito per tanti anzi tantissimi ferraresi. Ha fatto ballare per  40 anni migliaia di persone e si è sempre distinto per la sua umiltà e dedizione al mondo della musica. Era un pò che ci pensavamo e finalmente siamo riusciti a “sequestrare” il povero Eddy per un paio d’ore. Ci ha raccontato molti aneddoti, i suoi dischi e contaminazioni discografiche. Un modo di vedere l’ambiente del clubbing positivo e umile che riteniamo sia d’ispirazione per chi vorrebbe lavorare, lavora o ha lavorato nel mondo dei locali. Senza troppi indugi andiamo a riportare la sua storia ricordando che se non ti è chiara la terminologia la puoi andare a cercare nel nostro dizionario.

 

dj on the mix sinatra ferrara  


Chi è Eddy dj ?


 

Mi chiamo Benedetto Irianni, classe 1957. Sono nato in Basilicata in provincia di Potenza a Castelluccio inferiore, area che ha dato natali a personaggi illustri come Rocco Papaleo, Michele Placido e Mango. Ho fatto l’università di giurisprudenza, che non ho mai terminato, un mio grosso rammarico. Non lo consiglierei a nessuno di lasciare gli studi ma per me era inconciliabile la vita da avvocato con quella da dj. Da piccolo volevo fare il conservatorio ossessionato dalla musica.

Il mio nome sicuramente non avrebbe fatto nessun effetto sul mondo della discoteca ma più adatto forse per Radio Maria. Il nome Eddy l’ho scelto perché abitavo a Firenze, c’era una radio che si chiamava Radio One che non so se esiste ancora, ma voce importante della disco music e nel ’78 io avevo un mito che era Eddy dj di Radio One.

Da ragazzino, nel ’77, mi massacravo le orecchie ascoltando con le cuffiette il programma sul secondo canale di Radio Rai Supersonic, con i dischi a Mach-2. Mi registravo tutte le puntate per riascoltarmele fino allo svenimento.

 

L’atro programma che mi ha iniziato alla cultura del clubbing è stato Pop off sempre su Radio Rai condotto da Carlo Massarini  (ascolta qui)

Firenze dell’epoca era esplosiva. Andavo a comprare i 45 giri al Disco mania di Via Panzani 47 e c’era questo personaggio che si chiamava Vincenzo che mi dava tutte le novità.

In quella Firenze dei fini anni ’70 si frequentavano più che le discoteche, le cantine. Le cantine erano luoghi prettamente universitari e si andava la mattina a ballare. Alle 10:00 aprivano, se non andavi a studiare, con la ragionevole cifra di 2.000 lire entravi in questi seminterrati trasgressivi ed illegali per ballare fino alle 12/13. Ce n’erano 6/7 a Firenze e comiciò tutto da lì.

Tutti i dj da discoteca hanno avuto notorietà e peso nell’ambiente grazie alle radio libere del 1976.

Non si faceva il dj a 17 anni ma si cominciava a 21 o 22 anni perché bisognava formarsi nelle radio. Radio One era la radio di riferimento ma inavvicinabile, grazie ad Agostino Presta però (Ago), riuscii ad entrare a Radio Firenze 2000. Io avevo fatto qualcosina alla discoteca Shirkan di Firenze ma facevo da secondo ai vari dj senza prendere una lira.

Sentii per la prima volta “ Disco Inferno “ in una discoteca che si chiamava Il Poggetto di Firenze, non era un locale per fighetti a differenza dell’Arcadia (ex Flamingo) o il Full up o I Tigli. Quando ho sentito Disco Inferno dei Trammps, avevo già la sensibilità di comprendere che sarebbe diventata una hit, di capire che molti dei dischi dell’epoca sarebbero diventate delle pietre miliari della musica a differenza di oggi che devi risentire una traccia parecchie volte per comprendere la collocabilità. I dischi che uscivano in quel periodo erano sia radiofonici sia ballabili in discoteca.

 

Negli anni 70, fare il dj non portava soldi ( nella maggioranza dei casi ). Quello che ti spingeva alla consolle era la ricerca musicale. Proprio ieri guardavo un documentario sullo Studio 54 (L’epopea dello Studio 54 ), quei brani ti davano delle sensazioni, probabilmente dovuti all’età e all’epoca, invogliandoti a rimanerne sempre più coinvolto.

 

 


Ferrara e la folgorazione per la musica


 

A Ferrara mi trasferii nel 1979 a 22 anni, per motivi familiari nella zona dei lidi. Cominciai a lavorare nella Tavernetta dell’hotel Alfiere al Lido degli Scacchi chiamato Gardenia Blu e cominciai ad intravedere la possibilità di lavorare anche d’inverno. Successivamente arrivò Muschio e Miele, con direttore artistico Roberto Vecchi, a San Bartolomeo in Bosco.

In Rotonda c’era Giorgio Cinti dj che è stato per me fucina di ispirazione e motivatore ad andare avanti. Tecnicamente era un mostro e mi prese sotto la sua ala protettrice. Alla fine di quell’estate Fabrizio Zanella, nell’anno ’82, al Sing Sing arrivai a sostituire Dj Danny, olandese, ed è stato per me un grosso trampolino di lancio. Ancora oggi per chi ha la mia età vengo ricordato come “ Eddy del Sing Sing.

Poi all’inizio degli anni ’80 arrivò un genere di nicchia molto interessante che mi travolse: era l’afro. Il locale storico di riferimento era L’Arlecchino ed ebbi la fortuna di mescolare la disco di Giorgio Cinti, il funky di Dj Danny e l’afro, e questo mix di generi fu la mia fortuna. Guadagnavo  70/80 mila lire a serata e devo dire che non era male. I djset erano di 3/4 ore per 4 serate: venerdì, sabato , domenica pomeriggio e domenica sera. I dischi li acquistavano i locali e si arrivava a spendere un milione di lire.

Patty Label, Commodors, James Brown, Chic, Barry White erano solo i primi nomi che mi vengono in mente di quel periodo e c’erano talmente tanti dischi che potevamo suonare per 7/8 ore con hit. E’ stato un periodo d’oro dove c’era tanta qualità.

Tra tutti i dischi ne cito 2:

  • John Tropea Livin’ In The Jungle

 

  • Jhon Forde – DON’T YOU KNOW WHO DID IT (WOMAN)

 

Ricordo che in quegli anni noi Dj andavamo matti per “i dischi profumati”. Etichette come Sam Records o Solar stampavano dischi che avevano un aroma all’interno. Dischi colorati con fragranze al limone, alla fragola che univano la grafica accattivante, la musica ricercata e questo aroma che si sprigionava quando li “spacchettavi”. Un’esperienza unica!

Non sono mai stato un emotivo. Questo lavoro prendeva tutta la mia vita. Solo tra ricerca musicale e le relazioni amorose, grande benefit di questo lavoro, ti portava via tanto tempo. Io ho sempre comprato dischi al Disco Inn a Modena da Fabietto e ci si andava tutte le settimane. Ancora oggi, mi piace ascoltare brani anni 70 sconosciuti. Mi rendo conto che gli anni ’70 sono stati un periodo importantissimo . Non avrei mai pensato che tutto quel movimento un giorno sarebbe finito.

Io in consolle non ho mai avuto paura di affrontare il set. Il giudizio finale arrivava dal gestore a fine serata ma erano tempi di sperimentazione e di grande entusiasmo. Forse la paura o lo sbaglio che si poteva commettere era, una volta trovata una scaletta, ripetersi. Fare lo stesso set era ed è sbagliato poiché le serate sono fluide lo stesso disco nello stesso momento di due serate diverse portano a risultati diversi , in termini di riscontro con la pista.

A 28 anni eri già vecchio per fare il lavoro del dj ed io ero l’eccezione alla regola.

 

www.sinatra.it


Vocalist e performer


 

La figura del vocalist è arrivata negli anni ’90 ( leggi qui articolo sui vocalist ) quando nacque l’esigenza di riempire il vuoto creato da una musica più povera di contenuto e arrivarono i vocalist. Dovevi scaldare le persone poiché non erano più canzoni ma loop o groove.

Ho avuto fortuna di trovare durante il mio percorso, tanti professionisti. Faccio un nome su tutti Marcello Treossi che veniva dal mondo delle radio. Capitò una sera al Mediterraneo (sala del Sinatra) , il mio vocalist non c’era e chiesi a lui di intrattenere un po’ il pubblico. Da lì è partita la sua carriera. Tra i tanti vocalist ricordo con piacere le serate con Jumbo, classico romagnolo che trasmetteva allegria. In genere ho lavorato con tanti performer e musicisti, è bello se non troppo invasivo. Per esempio mi sono sempre trovato bene nelle serate con Andrea Poltronieri,  un grande musicista che, quando affianca il djset con il suo sax, riesce ad intrufolarsi benissimo sulla linea ritmica.

Non mi sono mai sentito arrivato.

L’unico mio rammarico, nonostante il fatto di aver fatto radio, è di non essere stato bravo con il microfono come intrattenitore. Non so, forse per questione di timidezza, ma il microfono per me non è mai stato lo strumento giusto per comunicare, come lo è stato il mixer.

Nel lavoro ho sempre dato priorità ai rapporti umani. Sono curioso e imparo da tutti, in particolare dai giovanissimi. Per esempio mio figlio che ha 15 anni, è lui che mi dà le dritte sulle nuove hit. Un consiglio che dò a tutti quelli che vogliono diventare dj è essere una spugna ad apprendere ed essere curiosi.

 


Tecnologia e produzioni musicali


 

Io mi sono avvicinato alla veneranda età di 38 anni al computer. E’ stato un po’ un trauma. La nostalgia per il vinile è sempre forte ma per il pubblico meno. Il vinile infatti comporta rallentare i Bpm e tenere i pezzi più lunghi. Nell’ottica dell’assemblaggio, il computer non ha paragoni. Il passaggio però della musica dal vinile al cd e poi alla chiavetta mp3 e poi traktor e serato per me è stato inevitabile e fluido.

Come cuffia io utilizzo Pioneer, in radio ho cominciato con una Seinaizer con cuffietta gialla, poi AKG considerata per molti anni una cuffia di moda. Fino a due anni fa, quando ho utilizzato una cuffia giapponese AIAIAI , famosa per essere indistruttibile per molti, ma non per me.

Nostalgicamente sono affezionato a Pioneer come Mixer, a tanti piace Allen & Heath ma lo trovo più adatto ai generi elettronici per la possibilità di tagliare le frequenze. Attualmente il venerdì da Frank uso il Mac con X1 e Z1. Sono abbastanza preciso con la mia attrezzatura e ci tengo molto alla cura e alla pulizia. I siti web a cui faccio riferimento sono Beatport e Demo drop.

Ho prodotto dischi negli anni 90/91 con Michele Felloni e Gigi Bernagozzi. Abbiamo fondato il progetto OmniaTria che ebbe un buon successo per l’epoca realizzando diverse cover ma, purtroppo, era già un periodo di decadenza della disco-music.

Le produzioni musicali oggi si sono troppo settorializzate. C’è il reggaetton, la trap, la deep…e tantissimi altri. Per ognuno di questi generi musicali trovi un mondo di produzioni. Oggi fare un programma come il mio nella serata Frank del venerdì che pesca un po’ di tutto è difficile. Difficile come prevedere il futuro del dj nei club, poichè ce ne sono sempre meno.

 

 

eddy_dj_irianni_50_anni_di_musica_barracuda_rocca_history 


 Situazioni Particolari


 

Io sono un pacifico per natura ma se dovessi ricordare una situazione estrema che mi è capitata in consolle, ricordo il 1982 al Barracuda. La mia prima stagione nei locali della famiglia Piazzi. C’era un personaggio che molestava tutte le persone in pista, io volevo fare il salvatore della patria, ho agito intimandogli di smetterla. Alla fine ho rischiato di rimetterci la pelle poiché il tizio è risultato uscito di galera da meno di 24 ore!! Da allora non ho mai più litigato con nessuno.

Una mia fissa durante le serate era quella di mangiare gli Smarties in tubetto. Non ho mai avuto vizi come fumare, alcool, ecc. La golosità sicuramente è il mio punto debole. Regolarmente chi transitava in consolle si appropriava della mia droga, gli smarties. Un giorno andai nel negozio di giocattoli Giopar, e acquistai le caramelle all’aglio e alla cipolla e le sostituii nel tubetto degli smarties. Da quel giorno nessuno più toccò i miei smarties.

Io sono felicemente sposato ed ho un figlio quindicenne che gioca a calcio e non vuole fare il dj. Mia moglie l’ho conosciuta in discoteca. Ero nel parcheggio del Topkapi di Lido di Spina, abbiamo rischiato di scontrarci in macchina, lei ha cominciato ad imprecare, mi colpì molto in tutti i sensi e chiesi scusa per la manovra azzardata. Casualmente la rincontrai al Mojito locale del lido degli Estensi e poco dopo e dalle scuse è cominciata la nostra storia.

Conciliare famiglia e lavoro era difficile lavorando 3/4 sere alla settimana. Diciamo che la crisi dei locali notturni ha permesso relazioni più stabili. Mia moglie mi ha conosciuto che facevo questo lavoro e quindi lo ha sempre accettato.

 

 


Più UP che Down


 

Il momento top della mia carriera è stato il primo anno del Sing Sing e poi gli anni che ho fatto alla Rocca, salotto della Ferrara bene. Ho fatto poi stagioni intere al Barraccuda dove si cominciava ad inizio maggio ed arrivare fino a Settembre, ho contato 118 serate consecutive. Partivo con 87/88 Kg e finivo a fine stagione che ero 70 Kg. Ho sempre però equilibrato il lavoro con il riposo e forse questo mi ha permesso di lavorare così a lungo. Molti dei miei colleghi hanno dovuto smettere per problemi fisici. Gli eccessi e la vita sregolata sono duri da mantenere nel tempo.

Tutti hanno sempre pensato che io fossi un po’ un musone, in realtà chi mi conosce, sa che non è così. Nei locali bisogna lasciare i problemi fuori dalla porta, essere socievole. Questo lavoro è fatto di positività.

Era domenica 23 novembre del 1980 e io suonavo al Sing Sing e si sentivano voci sul terremoto in Irpinia, dove vivevano i miei genitori. Ho Parlato con Fabrizio Zanella ad inizio serata,dicendogli che provavo a telefonare ma non avevo risposta. Ero veramente preoccupato. Abbiamo accorciato la serata di 20 minuti anche se il locale era pieno, presi la macchina e guidai per 800 km per constatare poi che stessero bene. Nessuno si accorse che stavo male ed era una serata da 1500 persone, molto impegnativa. Questo per me è il senso di questo lavoro e la grande prova di professionalità.

Lasciare i problemi fuori dalla porta e la solidarietà dimostrata dalla proprietà come in una grande famiglia.

 


Persone e DJ


 

Il rapporto con i clienti è spettacolare. Spesso sono sfociate in amicizie fuori dalla discoteca. Mi fermano persone oggi indicandomi come Wikipedia delle notti ferraresi e ricordandomi di aver conosciuto la moglie nella tal serata, di aver fatto quello o quell’altro. E’ un piacere e vero benefit di questo lavoro. Dare un momento o una serata da ricordare.

Io mettevo tutto nella ricerca. Infatti, un mio “dj mito” che riusciva a mettere un disco vecchio con uno nuovo senza sentire il salto temporale , è sempre stato Tony Humphries . L’ho visto al Sinatra e fece un set incredibile

 

Oltre a Tony, un grande dj che ebbi la fortuna di ascoltare solo una volta in vita mia è Dj Miki del Ciak di Bologna. Un grande musicista che aveva la capacità di mixare un brano da 125 BPM ad un brano a 95 BPM, tu continuavi a ballare senza avvertire un rallentamento.

 

 

Tra i tanti dj sicuramente spiccano anche David Morales e David Mancuso. Tra i giovani, invece, apprezzo un ragazzo come Lorenzo De Blanck. Lui ha avuto l’intelligenza, l’umiltà e la coerenza di portare avanti un suo filone e una sua voce musicale, avendo studiato la storia. Nei suoi set può mettere un pezzo dei Double Dee in un set elettronico.

 


Moda e sogni


 

Oggi non dò molta importanza alla moda, ma negli anni ’90 sì . Era molto importante anche se un po’ pacchiana. Il look  doveva essere sempre fighettino sportivo. Un “must” degli anni 90’ era la giacca a doppio petto con le spalline, il così detto “Spencer” . L’ho sempre visto come uno stereotipo caricaturale e non ne ho mai comprato una. Poi è venuta la moda del nero, sembravamo tutti dei “cornacchioni” in consolle.

Se ti dovessi parlare di una marca o brand, come si dice oggi, che mi ha seguito in tutti questi anni, posso parlare delle mitiche scarpe Vans.

Mi sono sempre piaciute le automobili e ho speso cifre importanti per cambiarle spesso. La più bella  è stata una Mazda coupè che se potessi, ricomprerei subito. I soldi presi e spesi, non ci ho mai tenuto.

Il club è sempre stato criminalizzato con cliché di droghe ed eccessi. Io ho sempre visto nella discoteca il luogo di incontro e socializzazione, nonché un comparto produttivo che ha dato e dà da mangiare a migliaia di persone. Barman, dj, parcheggiatori, PR, dj, animatori, Lj, tante figure.

Come sogno non vorrei mai finire di lavorare, so che purtroppo bisogna accettarlo, ma quel giorno prima o poi arriverà. Sogno di fare una stagione ripercorrendo quegli anni ‘80 come ritorno della disco, come costume ed interesse. Un dj set con una decina di strumenti di contorno.

Le sensazioni di chi ha vissuto quel periodo sono qualcosa da trasmettere ai posteri.

 

 

www.sinatra.it


Sinatra, serate e mixaggi


 

Carrellata dei locali: Sing Sing, Barracuda, Topkapi, Rocca, Sinatra (Mediterraneo), Masko, Casbah, Rotonda, Lapsus, Pomodoro, Giardini Sonori, Giubilò, Malua, Studio 16, Malibù (Rosolina), Exudus, Pineta Lux eventi particolari e tanti altri. Ricordo 4 serate negli Stati Uniti a Buffalo ed erano stupiti che mixavo i brani poiché la corrente di pensiero americana era più per sfumare i brani. Ho imparato a mixare in radio. Ricordo i pomeriggi passati a Rete Alfa con gli amici Marco Bersanetti, Alberto Nagliati, Marcello Guzzinati. Si provava il mix con i piatti a cinghia, non adeguati a quell’uso.

Non ho mai avuto paura di non trovare lavoro.

Sono fatalista, se vai in un posto è perché doveva andare così, non sogno di lavorare in altri locali.

Io dal Sing Sing in poi sono tornato altre 3 volte. Questo locale mi ha svezzato e ha dato slancio alla mia carriera. Ricordo con piacere l’incontro con Micky B. dj con cui sono legato da amicizia e da affinità musicali.  Il Sinatra è stato anche il locale che è sempre stato al top in termini di strumentazione , permettendomi di suonare con impianti importanti, ma soprattutto con una buon livello di manutenzione. Ho lavorato infatti al mare con impianti Nexo considerati “la Ferrari” dell’audio ma la scarsa manutenzione davano una resa limitata.

Nella serata da Frank divido la consolle con il veterano Riki Mazza Dj. Apro con musica italiana groove nella parte cena, poi metto un pò di reggeton e poi vado sulla NUdisco, brani vecchi rieccitati con il groove di oggi. Plastic funk machine è il gruppo del momento. E’ bello stare con tanti vecchi amici tra cui ricordo con piace il grande Paolone.

Possiedo circa 8000 vinili che, se ci pensi, non sono tantissimi, perchè fino agli anni ’90 venivano acquistati dalla discoteca.

Dopo aver spremuto il nostro Eddy di domande gli chiediamo di lasciarci un mixato e lui, con grande prontezza, infila la mano in tasca ed estrae una chiavetta USB contenente un NUDisco mixata. Prima di ascoltarlo però proviamo a dare un senso a questo incontro.

Eddy è il maratoneta della consolle. Una figura che ha accompagnato chi è cresciuto nei locali. Il suo garbo e la sua gentilezza sono fonte di ispirazione per moltissimi. Ha sempre affrontato il lavoro del dj come una sfida personale fatta di ricerca e di lavoro per portare soddisfazione al cliente.

Si è sempre contraddistinto per il suo profilo basso e umile. Una certezza per chi ha e ha avuto il piacere di lavorare con lui. Non si è mai fatto prendere dagli eccessi e la vita lo ha ricompensato. Ha dato molto alla crescita e allo sviluppo del movimento disco/clubbing della città di Ferrara.

Il suo insegnamento va oltre la musica ed è soprattutto un gentleman dj.

 

 

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